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LAP ARCHITETTURA
24 Giugno 2025A Pacentro, alle pendici della Maiella c’è una nuova scuola ideata dall’archistar Mario Cucinella, da un gruppo di giovani architetti e dalla comunità locale. Ha grandi vetrate e uno spazio esterno che si apre sul bosco. Dove giocare, certo, ma soprattutto imparare, secondo i principi dell’outdoor education.
Che cos’è il suolo”? Carmine risponde subito alla maestra: «È la buccia della Terra. Senza buccia non ci sarebbe la vita». Poi ricomincia il lavoro con il terriccio alla ricerca di lombrichi, insetti, foglie. Insieme ai compagni è impegnato intorno a un tavolo montato sul prato che circonda la Scuola dei Desideri “Mario Silvestri” di Pacentro, a pochi chilometri da Sulmona, all’interno del Parco nazionale della Maiella. La scuola dove ci troviamo per la terza puntata della nostra serie dedicata alle scuole di eccellenza è stata progettata da Mario Cucinella e inaugurata nel settembre scorso. Oggi ha tanti progetti in cantiere.
La sua storia inizia dopo il terremoto del 2009 in Abruzzo. «Eravamo un gruppo di studenti e neolaureati in Architettura e Ingegneria a L’Aquila, e dopo tanta sofferenza volevamo che la ricostruzione nelle nostre terre non fosse calata dall’alto ma partisse dal territorio. C’era un gran bisogno di ricostruire le comunità, non solo gli edifici», ricorda Daniel Caramanico, uno dei fondatori dello studio LAP Architettura, nato in quegli anni proprio a L’Aquila. Uno dei primi progetti del team di professionisti abruzzesi è piaciuto all’archistar Mario Cucinella (tra i suoi progetti, l’Italian Pavilion a Expo 2025 a Osaka, il quartier generale Unipol e la Fondazione Rovati a Milano) e da lì è partita una stretta collaborazione fino ad arrivare alla scuola di Pacentro.
Ottenuto l’incarico, Cucinella e i giovani di LAP sono andati sul posto, e ci sono rimasti tre mesi. «Grazie all’aiuto di Action Aid, già sul territorio, siamo riusciti a farci conoscere dalla comunità. È stato un periodo utile ed emozionante. La popolazione ci ha aiutato tanto. Il circolo americano di Pacentro ha perfino attivato una raccolta fondi» continua Caramanico.

Una scuola a forma di cerchio
La scuola, che fa parte dell’IC Mazzini Capograssi di Sulmona diretto da Domenica Pagano, ha una struttura innovativa e sostenibile, con una forma pura, il cerchio, che è anche la prima disegnata dai bambini. È trasparente e luminosa, con le vetrate sia all’esterno, che permettono la vista sui boschi, sia all’interno, sul grande spazio comune. Fuori, c’è un giardino circondato da una duna naturale, che difende dai venti. «Le aule si affacciano su un’agorà, una piazza, che la comunità ci ha chiesto di poter utilizzare come centro civico. Sono già partiti con qualche spettacolo teatrale» continua Caramanico.
Ma il contributo più sorprendente è stato quello dei bambini. Non solo hanno scelto il nome, Scuola dei Desideri, ma hanno voluto dei lucernari «per poter vedere le stelle. Inoltre, quando è stato chiesto loro a quale parte del progetto avrebbero eventualmente rinunciato – ad esempio la piscina o il parco giochi – nessuno ha voluto sacrificare lo spazio esterno. Che è centrale nel progetto, e sarà valorizzato».
La scuola, che accoglie 29 bambini della primaria divisi in due pluriclassi, 1a-2a-3a e 4a-5a, e 18 bambini della secondaria di primo grado, è bene avviata, con 9 maestre (comprese quelle di sostegno) che si sono incontrate per la prima volta a settembre ma che lavorano in armonia, con un comune progetto educativo. L’orario è 8.30-13.30 con un rientro, ma negli altri pomeriggi ci sono attività extra, come i corsi d’inglese e matematica.
L’orto didattico è già avviato
«Facciamo parte della rete delle scuole del Parco della Maiella, viviamo nel verde e siamo legati all’ambiente. Abbiamo molti progetti che puntano soprattutto sull’outdoor education, cioè l’educazione all’aperto» dice Luigina Gentile, referente del plesso. L’orto didattico è già avviato, «stiamo aspettando che il terreno si asciughi per piantare ceci, fave, aglio di Sulmona e fagioli autoctoni, tutto a km 0 e senza pesticidi. Vorremmo recuperare antiche varietà di legumi e in futuro cucinare piatti della tradizione, perché non se ne perda la memoria, magari insieme ad alcuni ristoratori del posto» assicura l’agronomo Donato Silveri, che oggi ha portato diversi terricci della zona per far scoprire ai bambini che cosa c’è sotto i nostri piedi.
La stagione è ancora abbastanza rigida, in primavera si penserà anche al prato. In futuro il tetto, esempio di architettura bioclimatica, verrà mimetizzato dalla vegetazione. Durante il laboratorio, in una bella mattinata di sole, i concentratissimi alunni, “armati” di lenti d’ingrandimento, con le manine scavano nei mucchietti di terra, poi raccolgono nei loro piattini i “tesori”: centopiedi, millepiedi (attenti a non confonderli!), lombrichi, ragni, insetti vari. Nessuno si impressiona, nemmeno davanti a una talpa morta conservata in una vaschetta. Lo spirito è squisitamente scientifico.

L’esterno della scuola è in via di sistemazione, ma sono stati già piantati frassini e lecci donati dai vivai del Parco nazionale, con il quale si vorrebbe stabilire una convenzione. «Abbiamo in progettazione un altro orto con erbe officinali, uno stagno e una casetta per gli uccelli» spiega Luigina Gentile. «La nostra didattica è basata sull’osservazione diretta».
La scuola di Cucinella può essere un argine allo spopolamento
Finito il laboratorio si va nell’agorà per ascoltare una lezione dell’agronomo e di Maria Peroni, del progetto ambiente del Parco della Maiella, su quello che hanno appena visto. «Così possono confermare le loro osservazioni, e i concetti restano meglio impressi. Sono bambini fortunati, possono vedere dal vivo i processi della natura» continua l’insegnante.
Nell’ultima parte della mattina, i bambini della prima pluriclasse, quelli tra i 6 e gli 8 anni, si siedono intorno a tre tavoli, divisi per età, per una lezione d’italiano. Niente libri tradizionali, si usa la Lim (la lavagna interattiva multimediale). Oggi si devono accoppiare nomi e aggettivi qualificativi. Il più piccolo sale sulla sedia e indovina la risposta subito. La primavera è alle porte, il giardino aspetta. La speranza è che questa scuola, così all’avanguardia, possa attirare bambini anche dai paesi vicini. E aiuti a frenare lo spopolamento della montagna. Non è Un mondo a parte, come nel film di Riccardo Milani. È il nostro mondo.