Protagonista della 19° Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia
Le Parti dell’Accoglienza è un progetto multidisciplinare che indaga il legame tra spazio e accoglienza, tra terra e mare, tra permanenza e viaggio. Una proposta che agisce sulle condizioni materiali e simboliche di uno spazio fragile, l’hotspot di Lampedusa.
L’idea è di reinterpretare una struttura incapace ormai di rispondere al clima che la ospita e ai bisogni di chi la attraversa: migranti, forze dell’ordine, operatori, volontari, soprattutto donne, bambini, corpi vulnerabili.
Il progetto immagina un nuovo volto per il centro di accoglienza, uno spazio in equilibrio con il paesaggio fisico e ambientale, che metta al centro il benessere psicofisico di chi vi opera e di chi vi è accolto.
Una riflessione sul senso dell’abitare, nel luogo più esposto del Mediterraneo, crocevia di popoli e culture.
Luogo:
Lampedusa
Anno:
2025
Tipologia:
Call Terræ Aquæ. L’Italia e l’intelligenza del Mar
Lampedusa è confine e passaggio, ma prima di tutto deve essere connessione.
È a questa visione che si ispira il progetto: un’architettura della cura, che assorbe e restituisce senso del viaggio.
Ispirandosi all’architettura vernacolare – i tu’rat, i dammusi con jardinu – il progetto propone spazi leggeri, porosi, intimamente radicati nel territorio, attraverso l’uso di materiali locali e principi bioclimatici. Luoghi per il riposo, la preghiera, il gioco, il silenzio. Ambienti poliedrici che si configurano come spazi di incontro e scambio, rifugio e crescita, ma anche come luoghi di relax e socialità per chi lavora all’interno del centro. La forma semicircolare evoca due tu’rat che si incontrano, come due braccia che si cingono: un simbolo di accoglienza che non separa, ma integra. La pelle esterna, composta da mattoni triangolari stampati in 3D, rilegge antiche tecniche costruttive capaci di utilizzare vento e sole per generare un microclima favorevole alla vita. Più della materia, conta il processo: i singoli mattoni saranno assemblati da tutte le parti coinvolte – forze dell’ordine, operatori, personale amministrativo, richiedenti asilo.
Costruire diventa così un gesto di umanità, radicamento e sostegno reciproco.
Ogni mattone rappresenta un tassello di storie personali che, insieme, compongono una narrazione collettiva: un segno tangibile impresso nella terra che accoglie e restituisce senso al viaggio.
Gli spazi progettati rispondono a un’esigenza profonda: essere costruiti da chi vive ogni giorno l’esperienza dell’accoglienza in un gesto corale che crea legami prima ancora che edifici.
Un’azione che si apre al gioco, inteso come primo e più autentico linguaggio di relazione. Perché è nel gioco che, a tutte le età, si può ritrovare fiducia e accoglienza.
Gli spazi progettati rispondono a un’esigenza profonda: essere costruiti da chi vive ogni giorno l’esperienza dell’accoglienza in un gesto corale che crea legami prima ancora che edifici. Un’azione che si apre al gioco, inteso come primo e più autentico linguaggio di relazione. Perché è nel gioco che, a tutte le età, si può ritrovare fiducia e accoglienza.
Lo spazio si fa stimolo al risveglio di una consapevolezza collettiva: che un’accoglienza più giusta riguarda tutti, non solo chi arriva da lontano, ma anche chi abita e lavora nei territori – soprattutto costieri – dove queste infrastrutture insistono.
Nel 2025, Lampedusa è coinvolta nelle celebrazioni per Agrigento Capitale Italiana della Cultura.
Quello che accade a Lampedusa può accadere altrove. Le Parti dell’Accoglienza è un progetto replicabile, capace di adattarsi ad altri contesti costieri del Mediterraneo, nel rispetto delle specificità locali.
Perché accogliere è un’azione che riguarda il territorio e la cultura che lo attraversa.
Status: Concept
Progetto:LAP architettura; Leila Caramanico; Professore Carlo Colloca (DSPS-UNICT); Professore Architetto Renzo Lecardane (DARCH-UNIPA); Professoressa Architetto Zeila Tesoriere (DARCH-UNIPA); Team di progettazione Transition For; Associazione italiana di Sociologia – Sezione di Sociologia dell’Ambiente e del territorio; Designer culturale Antonella Agnoli.